Buonissime notizie per tutti gli appassionati del buon cibo, ma anche della nostra cultura enogastronomica. E’ infatti cominciata la procedura per l’inserimento della salsiccia al ceppo di Linguaglossa nello Slow Food Italia. Un riconoscimento che certo non manca d’inorgoglire la nostra terra, ma anche di dare nuove e intriganti possibilità a un prodotto e a coloro che hanno dedicato molto a questo prodotto.
Primo passo di questo percorso è stata con la presentazione del progetto ad opera del prof. Francesco Sottile, docente dell’Università di Palermo e tecnico agronomo della Fondazione Slow Food della biodiversità nonché componente del comitato esecutivo slow Food nazionale.
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Una presentazione avvenuta alla presenza dei diversi macellai del paese, e che ha avuto come passo successivo la visita delle macellerie e gli esami di controllo del prodotto, anche durante le sue fasi di lavorazione. Nel pomeriggio vi è stato pure l’incontro fra lo stesso professore Sottile, il sindaco di Linguaglossa, Salvatore Puglisi, e i macellai della cittadina. All’incontro ha pure preso parte il presidente del Consiglio Comunale Elisa Motta, l’assessore Bruno Damino e Fabrizio Carrera, direttore di “Cronache del gusto”.
Mossi dunque i primi passi per l’avvio di un lungo iter, che culminerà alla fine di un anno, previsto che dovrà prevedere la valutazione del prodotto e successivamente quello dell’intera filiera.
Secondo il professore Sottile «la realizzazione del progetto prevede, assieme alla valutazione prodotto in sé e per sé, quello dell’intera filiera in quanto bisogna accertare non solo la qualità del prodotto, cioè che la salsiccia che risponda ai requisiti richiesti per l’inserimento nel presidio Slow Food nazionale, ma anche la sussistenza del requisiti richiesti nell’intera filiera nel quale il prodotto stesso si inserisce. L’esame quindi continuerà con la vista degli allevamenti ove si forniscono i macellai».
Riguardo invece i requisiti per l’inserimento della salsiccia al ceppo nello Slow Food nazionale, il prof. Sottile si è così espresso: «Innanzitutto il prodotto deve essere legato in modo radicato alla tradizione locale e vi sia anche pericolo della sua estinzione. Vi è una componente sociale ma anche di tutela del prodotto stesso in quanto deve essere conforme ai criteri di sostenibilità, cioè gli allevamenti non devono essere industriali, la lavorazione deve essere artigianale e non devono essere usati conservanti, nitrati o nitriti nella fase della lavorazione del prodotto. Ci troviamo in un ambito territoriale sottoposto alla Condotta di Catania che spicca, da anni, per la serietà dell’attività svolta e questo faciliterà sicuramente il lavoro».
Soddisfazione nei macellai che potrebbero vedere il loro prodotto assumere il valore di volàno per lo sviluppo economico non solo del settore carni ma anche delle attività collegate. «Riteniamo – ha dichiarato il sindaco Salvatore Puglisi – che sia un’iniziativa importante in quanto l’inserimento della salsiccia al ceppo nello Slow Food Italia determinerà sicuramente un effetto di rilancio del prodotto non solo in campo regionale ma, soprattutto, in quello nazionale con l’inevitabile vantaggio dal punto di vista economico non solo per i macellai del paese ma per molte altre attività collaterali».
Si tratta dunque di un grande risultato, ma d’altronde il nostro territorio è ricchissimo di tradizioni legate ai cibi. Se volete scoprirne alcune altre, vi suggeriamo di dare un occhio ai nostri articoli dedicati alle chiocciole o ai lupini.
Salsiccia al ceppo di Linguaglossa entra nello Slow Food It
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