Seconda Guerra Mondiale – (1943) Catania

La seconda Guerra Mondiale è stata sicuramente uno degli eventi più tragici del nostro pianeta che ha avuto delle conseguenze dirette sulla popolazione degli stati che ne sono stati coinvolti. Anche la nostra nazione è stato teatro di scontri e occupazioni militari e le principali città italiane hanno dovuto subire diversi effetti. Parleremo di seguito…

Seconda Guerra Mondiale Catania
La seconda Guerra Mondiale è stata sicuramente uno degli eventi più tragici del nostro pianeta che ha avuto delle conseguenze dirette sulla popolazione degli stati che ne sono stati coinvolti. Anche la nostra nazione è stato teatro di scontri e occupazioni militari e le principali città italiane hanno dovuto subire diversi effetti. Parleremo di seguito di qual era la situazione nella città siciliana di Catania e in particolare vedremo cosa è successo nel 1943.

Seconda Guerra Mondiale Catania: La situazione italiana durante la guerra

Come la maggior parte delle città italiane, anche Catania fu soggetta durante il periodo della seconda guerra mondiale all’occupazione militare da parte delle truppe naziste e fasciste. Nel 1943, però, quando gl eventi iniziarono a cambiare verso la caduta del regime dittatoriale, gli Alleati effettuarono diverse azioni per accelerare la fine del fascismo. Una di queste fu il massiccio sbarco che avvenne in Sicilia nelle prime ore del mattino del 10 luglio 1943 lungo le coste meridionali dell’isola. Nello specifico, le due armate alleate sbarcarono una a ovest di Capo Pachino mentre l’altra est; contemporaneamente vennero eseguiti dei massicci bombardamenti sulle città di Caltanissetta, Siracusa, Porto Empedocle e Palazzolo Acreide. L’invasone siciliana fu il punto d’inizio della Campagna d’Italia per la liberazione della penisola e portò alla caduta del fascismo il 25 luglio con l’arresto di Benito Mussolini e la firma dell’armistizio da parte dell’Italia con le forze alleate anglo-americane. Gli eventi successivi sono ben noti: l’invasione nazista in Italia, la liberazione di Mussolini e il suo ritorno al potere nel settembre dello stesso anno.

Seconda Guerra Mondiale Catania: La situazione di Catania durante la guerra

Seconda Guerra Mondiale a Catania
Anche la città di Catania conobbe le conseguenze dovute al periodo bellico, in particolare con pesanti bombardamenti effettuati nel corso del 1943. Nel mese di aprile di quell’anno uno degli eventi più tragici fu la caduta di due ordigni su Palazzo San Demetrio, uno dei migliori esempi di architettura tardo barocca, diventato poi simbolo della rinascita della città. Il palazzo fu completamente distrutto dagli ordigni, rimanendo in piedi solo tre balconi angolari e sotto le sue macerie persero la vita circa 70 persone. Altro evento tragico avvenne nel successivo mese di luglio, sempre in seguito ai pesanti bombardamenti, con la quasi completa distruzione del teatro Coppola.
Il malumore iniziò a serpeggiare tra la popolazione e il 3 agosto dello stesso anno, da due paesi limitrofi a Catania, Mascalucia e Pedara, prese vita una rivolta popolare autonoma contro le truppe tedesche, che ormai stavano battendo in ritirata, effettuando un tentativo di liberazione della città.

Seconda Guerra Mondiale Catania: Una preziosa testimonianza del periodo

bombardamento su catania
Tra le testimonianze del periodo difficile di Catania, abbiamo recuperato quella di una donna, ormai ottantenne, che racconta i suoi ricordi di bambina che fuggiva insieme alla sua famiglia non appena suonava l’allarme per i bombardamenti. Questa donna racconta, infatti, come a 8 anni, nel momento in cui suonava l’allarme insieme ai genitori e ai fratelli in pochi istanti raccoglievano quello di cui avevano bisogno e, come altri catanesi, correvano verso le rovine dell’Anfiteatro o ne fossato del Castello Ursino, da molti considerati i ripari più sicuri contro lo scoppio delle bombe lanciate dalle truppe alleate.
Questa donna racconta come quei momenti, oltre ad essere concitati, erano caratterizzati dalla paura, non solo quella giustificata dei più piccoli ma anche dei più grandi che comprendevano ciò che stava accadendo. Spesso il tempo non era sufficiente per raggiungere i due rifugi sicuri sopra menzionati per cui cercavano riparo lungo le mura del palazzo di Federico di Svevia in piazza.
Seguivano poi le ore di attesa, per capire se il bombardamento era terminato e ritornare a casa, con la speranza che fosse ancora lì e non distrutta dal bombardamento.

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