In un momento storico come quello che stiamo vivendo è opinione comune che sia particolarmente complesso pensare a nuovi progetti. La sensazione dominante, quella che tutti noi respiriamo, è che ancora aleggi l’incognita del virus, la minaccia della pandemia che può spezzare ogni progetto. Come se fosse stato necessario il Covid, come se già la Sicilia non fosse un luogo storicamente restio alle novità. Eppure, il progetto che sta concretizzandosi di una Sicilian Valley ci dimostra ancora una volta che i momenti di difficoltà possono essere sfruttati a nostro vantaggio.
Certo, ci è voluto il coraggio e l’intraprendenza di due giovanissime siciliane, Martina Ferracane e Sabrina d’Andrea. Startupper e imprenditrice la prima, dal 2015 impegnata nella promozione dell’educazione digitale creativa nelle scuole siciliane e da qualche anno creatrice, con la sua startup, di soluzioni 3D per l’odontoiatria. Giurista la seconda, già dottorata in legge con una tesi sul diritto sociale, e con uno spiccato interesse per il terzo settore e l’imprenditoria rivolta allo sviluppo sostenibile. I loro percorsi si sono incrociati, dopo le esperienze all’estero, all’European University Institute di Firenze: un luogo d’incontro che è diventato “galeotto” per l’idea delle due ragazze.
Creare una Sicilian Valley, uno spazio fisico ma anche utopico che si ponesse come crocevia per i progetti virtuosi dell’imprenditoria siciliana e aiutasse a combattere la fuga dei cervelli dalla loro terra natia.
Sicilian Valley: il manifesto del progetto
Come recita il manifesto del progetto, Martina, Sabrina e il loro team intendono divenire un punto di riferimento per tutte le realtà siciliane intenzionate a crescere. «Noi e tanti altri siciliani abbiamo deciso di mettere le nostre energie e competenze al servizio di una visione di una Sicilia diversa, migliore, al di fuori di ogni stereotipo. Lo facciamo perché crediamo che i nostri giovani si meritino di più, si meritino di poter scegliere la loro terra come il luogo il cui poter studiare, lanciare la loro impresa e creare una famiglia, e si meritino di guardare al futuro con ottimismo e speranza.
Noi sogniamo una Sicilia diversa, una Sicilia in cui le eccellenze abbiano il supporto e gli strumenti necessari per emergere e contribuire allo sviluppo economico e sociale, una Sicilia in cui esista una comunità viva di innovatori ed imprenditori che si impegnano insieme per costruire il futuro.
Una Sicilia in cui raggiungere traguardi personali e professionali mettendo a disposizione il proprio talento sia la norma e non l’eccezione, una Sicilia in cui il pubblico ed il privato si complementino armonicamente per dare alla nostra terra il posto di primo piano che merita nel mondo.
Una Sicilia che attiri talenti, anziché lasciarseli scappare».
Sicilian Valley: la pandemia non ferma il progresso
Un messaggio di forza che arriva, come spesso accade in questi casi, da due giovani donne. La pandemia ha infatti rallentato, ma non spezzato, l’idea di Martina e Sabrina, le quali hanno solo slittato la loro partenza.
A Balarm Sabrina ha raccontato: «In Sicilia esistono già tantissimi esempi di innovazione, solo che spesso i diversi attori che stanno lavorando al cambiamento non si conoscono tra loro. Innanzitutto quindi secondo noi è importante raccontare ciò che esiste e parallelamente agevolare lo scambio di contatti. Quello che abbiamo potuto constatare infatti è proprio la mancanza di una rete che abbia un effetto propulsore».
Da anni esistono realtà impegnate nel digitale, come creasiti, o nell’imprenditoria pubblicitaria, come Payback ADV, che portano avanti una politica d’innovazione simile sul territorio catanese. Il progetto di estendere e agevolare questo scambio di contatti non può che essere una risorsa fondamentale per tutte le realtà siciliane.
D’altronde, tutto parte a poco a poco, come ha spiegato la stessa Sabrina: «Alcuni di noi sono stati nella Silicon Valley. A garantirne il successo e renderla famosa è stata la capacità dei portatori di nuove idee di fare rete, oltre alla collaborazione tra pubblico e privato che ha creato un ecosistema di innovazione, di sviluppo. E si sono chiesti ma perché la Sicilia non può fare lo stesso? Chiaramente in una dimensione più locale, europea».
Un progetto ambizioso, che dovrà confrontarsi con i limiti della Sicilia
La prospettiva di una Sicilian Valley è ovviamente intrigante, ma non nasconde complicazioni. E’ la stessa Sabrina, consapevole delle possibili difficoltà, a individuare la più insidiosa: «Il punto di debolezza, gli attori lo sanno bene ed è subito emerso nel primo incontro ( che si è svolto lo scorso 9 giugno, Ndr), è la mancanza di infrastrutture, la difficoltà di spostarsi in Sicilia che aumenta le distanze».
In ogni caso, il team non ha intenzione di fermarsi, anzi. I prossimi passi individuati sono la creazione di hub provinciali che riuniscano tutte le realtà che operino in Sicilia con una prospettiva di lungo termine e rivolta all’innovazione.
Non ci rimane che fare i migliori auguri a queste due coraggiose siciliane, che ci dimostrano ancora una volta come sia possibile dare in meglio anche in periodi apparentemente più difficili.
Lascia un commento